mercoledì 20 giugno 2012

Ex voto - di Eugenio Montale (Satura II)

Accade
che le affinità d'anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. E' raro
ma accade.

Può darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
più del fresco germoglio. Tanto e altro
può darsi o dirsi.

Comprendo
la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perché solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.

Insisto
nel ricercarti nel fuscello
e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.

Era o non era
la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era.

Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza è una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.

venerdì 8 giugno 2012

Diario d'estate

Scrivi il tuo diario di viaggio verso la scrittura. Compila il tuo scartafaccio di idee. Trascrivi notizie, incolla immagini, dialoghi e versi sparsi.
Fai l’elenco delle tue ossessioni. Che siano inconfessabili, però. Così indicibili da risuonare solo nella testa dei tuoi personaggi, così incresciose da portarli alla follia. Potrai sempre dire: non sono le mie. Quelle manie non mi appartengono. Non sono io che sbircio tutti i giorni nella vita dei miei vicini di casa e che al capufficio farei questo e quest’altro, e che quando nessuno mi vede… e che in realtà, io... no, non io.
Non sono io. Sono i miei personaggi.
Inizia a scrivere il tuo diario d’estate. Apri un quaderno, un file, apri quello che ti pare. Mettici sopra una data: quella di oggi, poi quella di domani. Ma scrivi. La Goldberg insegna, ricordi? Free writing, e poi, appena spunta un’ideuzza, un paio di colpi di cesello e la trasformi in una storia. “Scrivi fino al midollo”, diceva la brava Natalie. E non blaterarmi troppa roba "emotiva", please. Non mandarmi stelle e cuoricini. Fai succedere cose. Fammi vedere e sentire cose. Falli azzuffare, questi personaggi. Fa' che si odino, e che soffrano, e che si menino, pure.
Mandami qualche brano, di queste cose indicibili. Un ritaglio, anche senza capo né coda.
Lo pubblico qui, all’istante. Anche se è spregevole, imbarazzante e turpe. Come molta vita che abbiamo intorno: non c’è da inventarsi nulla.

Giuliana Salerno