sabato 28 gennaio 2012

Il nucleo denso del caso Majorana (Puntata 2 di 7)

Chiunque si accosti all’esperienza di Ettore Majorana e voglia tentare di interpretarne gli ultimi movimenti, dovrebbe partire a nostro avviso dall’unico punto fermo disponibile: i fatti. E i “fatti” – categoria opinabile, ma più concreta e solida di qualsiasi costruzione mentale o teoria – corrispondono, in questa circostanza, alle lettere e ai documenti; e al confronto delle testimonianze di chi conobbe personalmente Majorana.
Buona parte di questo materiale, una volta disseminato in archivi di Stato,  cassetti, pagine di quotidiani e riviste storiche, nonché nella memoria di chi incontrò lo scienziato, è stato recuperato e raccolto in decenni di lavoro dal fisico e storico della fisica Erasmo Recami, sempre in accordo con la famiglia Majorana; e pubblicato nel libro Il caso Majorana, uscito tra il 1987 e il 2008 in edizioni progressivamente integrate con le più recenti acquisizioni documentali.
Degli scritti scientifici di Majorana di cui si abbia notizia ci sono nove articoli, pubblicati su diverse riviste specialistiche, un articolo semidivulgativo sulle leggi statistiche nella fisica, pubblicato su Scientia, e vari manoscritti: appunti “sopravvissuti”, conservati presso la “Domus galileiana”, parte dei quali è stata proprio in anni recenti riprodotta e pubblicata; e appunti autografi di lezioni, note e articoli contenuti in una cartelletta che è andata, purtroppo, smarrita.
Il materiale rinvenuto e riunito da Recami – sia quello comprensibile ai più, ovvero le lettere, le testimonianze e la varia documentazione; sia la produzione strettamente scientifica, che per metodo e contenuti molto racconta del fisico scomparso – è a nostro avviso, dunque, l’unica possibile base di partenza per chi desideri saperne di più su Ettore Majorana.
In virtù della conoscenza di tale materiale, Erasmo Recami ha intuito che l’unico contributo veramente degno di interesse – dopo la valanga di scritti che aveva fatto seguito, a partire dal 1975, alle stampe del celebre volumetto di Leonardo Sciascia La scomparsa di Majorana – fosse un articolo pubblicato dal settimanale Oggi nell’ottobre del 1978. Articolo a firma del corrispondente da New York Gino Gullace che, dando notizia di un’interessante e soprattutto verosimile testimonianza della presenza di Majorana a Buenos Aires, aprì la cosiddetta “pista argentina”, considerata da Erasmo Recami un possibile esito della scomparsa di Ettore Majorana (l’ipotesi del “ritiro” diverrebbe, pertanto, assai plausibile).
Per i dettagli sull’indagine compiuta dallo stesso Recami in Sudamerica si rinvia al capitolo “Majorana si rifugiò in Argentina? Alcuni documenti” del già citato libro Il caso Majorana. (Continua…)

sabato 21 gennaio 2012

Il nucleo denso del caso Majorana (Puntata 1 di 7)

Negli ultimi mesi ho avuto occasione di accostarmi al caso di Ettore Majorana, che a distanza di più di settant'anni suscita in me commozione e senso di partecipazione.
Oggi e per le prossime sei settimane condividerò le mie riflessioni in proposito con i lettori di questo blog.
Il tema è solo in apparenza distante dai motivi consueti di "Eppur si scrive". Esistono molti aspetti comuni allo scrivere e al fare scienza, credo. Lavoro quotidiano, talento, curiosità, passione, tenacia e creatività sono alcuni di questi.
Grazie al Prof. Erasmo Recami, fisico e storico della fisica, per avermi guidato con sapienza e gentilezza nella lettura degli epistolari, delle testimonianze e dei documenti relativi alla vicenda Majorana.

Giuliana Salerno


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Il nucleo denso del caso Majorana (puntata 1 di 7)

Molto è stato scritto e detto sul caso di Ettore Majorana. Cospicua è, infatti, la produzione libraria, giornalistica e audiovisiva sulla vicenda del giovane e geniale fisico di Catania di cui si persero le tracce il 26 marzo 1938, quando spedì da Palermo l’ultima lettera – quella al Direttore dell’Istituto di Fisica dell’Università di Napoli, Antonio Carrelli – di cui si abbia, ancora oggi, notizia.
Molto cimento, dunque, su una questione che nell’arco di settant’anni ha suscitato periodiche ondate di interesse.
La vicenda di Majorana, per la quantità di ipotesi che ne sono scaturite, e solo per quella, richiama alla mente il caso della Mary Celeste, il brigantino che nel 1872 fu avvistato da un’altra nave mentre andava alla deriva tra le coste portoghesi e le isole Azzorre. La spedizione inviata a bordo accertò che la Mary Celeste era deserta: il capitano Benjamin Briggs, sua moglie, la figlioletta di appena due anni e un equipaggio di sette marinai non furono mai più ritrovati. Per oltre un secolo congetture diverse si sono succedute nel tentativo di spiegare l’accaduto: dall’ammutinamento, a un maremoto, a un fatto di pirateria, all’abbandono volontario della nave, ad altre teorie più o meno fantasiose.  
Non c’è ovviamente alcun nesso logico tra il caso di Ettore Majorana e quello della Mary Celeste, che sono accomunati solo dalla suggestione creata dalla mancanza, ad oggi, di spiegazioni definitive sulla sparizione di persone; e dal conseguente proliferare di tentativi di ricostruire l’accaduto.
Quando qualcuno scompare lasciando dietro di sé, in modo intenzionale o meno, tracce che a un certo punto s’interrompono, dà l’avvio a elucubrazioni e indagini che spesso rimarranno imperfette, incompiute, insoddisfacenti. 
Per tornare al caso Majorana, le diverse ipotesi (e menzioniamo qui solo le due che ci appaiono più credibili: quella del suicidio e quella del “ritiro”, ovvero della scelta deliberata di condurre una vita appartata) sono, per l’appunto, pure congetture. (Continua…)

mercoledì 11 gennaio 2012

Letterando Berbenno

A più voci sono stata invitata segnalare un premio letterario per racconti brevi e poesie bandito dal Comune di Berbenno (BG).

Volentieri vi rimando al link dal quale è scaricabile il bando:

Premi simbolici, ma... vale sempre la pena cimentarsi.
Scadenza 31 gennaio 2012. Affrettatevi!

Chi mi aiuta a finirlo?


Quando Andrea quella sera rincasò, si rese conto subito che qualcosa non andava. La casa era in ordine, troppo in ordine, a parte un maglioncino turchese evidentemente scivolato sul tappeto. Il profumo dolce di Gisa aleggiava nel soggiorno. “Gisa!”, chiamò. Silenzio.
Non le aveva chiesto spiegazioni, la mattina dopo. Tutte le domande gli erano rimaste in gola. Perché si era allontanata senza avvisare? Perché aveva tenuto il cellulare spento per tutta la notte? Perché aveva lasciato il bambino da Cosima, la vicina, con la promessa (non mantenuta) di tornare a prenderlo dopo mezz’ora?
Dalle sette di sera alle cinque del mattino, Gisa non aveva dato più notizie di sé. All’alba era rientrata, aveva raccolto il maglioncino dal tappeto e lo aveva appoggiato a una sedia. Aveva i capelli spettinati e le guance accese di un bel colorito.
Nelle settimane che seguirono, Gisa sembrò stare meglio. Sorrideva di più, era diventata più affettuosa. Ma nei mesi successivi tornò ad assentarsi per alcune ore, di notte, una o due volte alla settimana. Al sorgere del sole Andrea la sentiva rientrare. Fingeva di dormire e la sentiva infilarsi sotto le lenzuola. E al mattino la guardava a lungo, immersa nel sonno. Le guance rosee, ancora fresche di brezza notturna. Andrea pensava che era misteriosa e bella come quando l’aveva conosciuta. Ma era ancora sua? La gelosia dei primi tempi in cui erano stati insieme tornò a mordere.
Una sera, decise di seguire sua moglie.

 

lunedì 9 gennaio 2012

Vivere bene

Caro lettore affaccendato di questo blog (solo) momentaneamente sonnecchiante,

per quest’anno ti auguro semplicemente di vivere bene. Qualsiasi cosa questo significhi per te. Se ne hai voglia, aiutami a compilare questa lista.
 
  • Se vivere bene per te significa stare in compagnia, evita di logorarti nella solitudine. Se invece è di solitudine che hai bisogno, non temerla. Cercala e goditela.
  • Se vivere bene significa dipingere, metti mano alle tue matite.
  • Se vivere bene significa chiarirti con qualcuno dopo ere geologiche di incomprensione e silenzi, prendi il telefono e fai quel benedetto numero.
  • Se vivere bene significa vedere un amico in una piazza diversa da facebook, prendi un appuntamento e incontralo.
  • Se vivere bene significa trovare un posto per scrivere, cercalo. E, mentre lo cerchi, scrivi.
  • Se vivere bene per te significa…
A presto

Giuliana

    "Do what you love": Immagine di Andy Jay Miller prelevata da… qui.