sabato 21 gennaio 2012

Il nucleo denso del caso Majorana (Puntata 1 di 7)

Negli ultimi mesi ho avuto occasione di accostarmi al caso di Ettore Majorana, che a distanza di più di settant'anni suscita in me commozione e senso di partecipazione.
Oggi e per le prossime sei settimane condividerò le mie riflessioni in proposito con i lettori di questo blog.
Il tema è solo in apparenza distante dai motivi consueti di "Eppur si scrive". Esistono molti aspetti comuni allo scrivere e al fare scienza, credo. Lavoro quotidiano, talento, curiosità, passione, tenacia e creatività sono alcuni di questi.
Grazie al Prof. Erasmo Recami, fisico e storico della fisica, per avermi guidato con sapienza e gentilezza nella lettura degli epistolari, delle testimonianze e dei documenti relativi alla vicenda Majorana.

Giuliana Salerno


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Il nucleo denso del caso Majorana (puntata 1 di 7)

Molto è stato scritto e detto sul caso di Ettore Majorana. Cospicua è, infatti, la produzione libraria, giornalistica e audiovisiva sulla vicenda del giovane e geniale fisico di Catania di cui si persero le tracce il 26 marzo 1938, quando spedì da Palermo l’ultima lettera – quella al Direttore dell’Istituto di Fisica dell’Università di Napoli, Antonio Carrelli – di cui si abbia, ancora oggi, notizia.
Molto cimento, dunque, su una questione che nell’arco di settant’anni ha suscitato periodiche ondate di interesse.
La vicenda di Majorana, per la quantità di ipotesi che ne sono scaturite, e solo per quella, richiama alla mente il caso della Mary Celeste, il brigantino che nel 1872 fu avvistato da un’altra nave mentre andava alla deriva tra le coste portoghesi e le isole Azzorre. La spedizione inviata a bordo accertò che la Mary Celeste era deserta: il capitano Benjamin Briggs, sua moglie, la figlioletta di appena due anni e un equipaggio di sette marinai non furono mai più ritrovati. Per oltre un secolo congetture diverse si sono succedute nel tentativo di spiegare l’accaduto: dall’ammutinamento, a un maremoto, a un fatto di pirateria, all’abbandono volontario della nave, ad altre teorie più o meno fantasiose.  
Non c’è ovviamente alcun nesso logico tra il caso di Ettore Majorana e quello della Mary Celeste, che sono accomunati solo dalla suggestione creata dalla mancanza, ad oggi, di spiegazioni definitive sulla sparizione di persone; e dal conseguente proliferare di tentativi di ricostruire l’accaduto.
Quando qualcuno scompare lasciando dietro di sé, in modo intenzionale o meno, tracce che a un certo punto s’interrompono, dà l’avvio a elucubrazioni e indagini che spesso rimarranno imperfette, incompiute, insoddisfacenti. 
Per tornare al caso Majorana, le diverse ipotesi (e menzioniamo qui solo le due che ci appaiono più credibili: quella del suicidio e quella del “ritiro”, ovvero della scelta deliberata di condurre una vita appartata) sono, per l’appunto, pure congetture. (Continua…)

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