Che cosa è successo prima? Che cosa sa il lettore? Cosa si aspetta? Perché dovrebbe trovare il dialogo interessante?
Di chi è il punto di vista principale?
Quale personaggio è in vantaggio sull’altro o sugli altri?
Di quali informazioni sono in possesso i personaggi? C’è qualcuno che ne sa più degli altri? Che uso farà di quelle informazioni?
Quali sono gli effetti “speciali” che hai a disposizione per generare interesse e suspense? Movimenti, sguardi, gesti? Frasi lasciate a metà?
Quanto dura ogni battuta? È credibile che un personaggio parli cinque minuti di fila? O è opportuno “spezzare”?
Uno stesso concetto è rimarcato più volte? È preferibile lasciare il testo così o sarebbe meglio evitare ripetizioni?
Ci sono momenti di silenzio? Sono funzionali alla buona riuscita del dialogo?
Prima di far parlare i tuoi personaggi, ti sei messo nei loro panni? Sai a cosa stanno pensando? Sai cosa provano? Qual è il loro atteggiamento verso la vita? E in questa specifica circostanza?
Quanto tempo deve passare perché si arrivi al punto? Troppo? In tal caso, forbici!
Gli stati d’animo sono “descritti” o sono “sentiti”? Da cosa si capisce che un personaggio prova ansia, rancore, dolore, gioia? Sei riuscito a far esprimere dei sentimenti senza chiamarli per nome? Ci sono dei conflitti? Vengono a galla o restano sommersi? E come?
Hai riletto ad alta voce? Sei stato troppo letterario, troppo profondo? È forse il caso di tagliare, cancellare, riscrivere?
Giuliana Salerno
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