Però... continuo a riprenderli in mano e a sfogliarli.
Questi racconti hanno percorso una lunga strada per arrivare qui, sul mio tavolo. Durante il loro viaggio si sono trasformati, hanno cambiato lingua, aspetto, colore, temperatura, ambiente. Ad Haifa, dove sono stati composti in gran parte, ci sono oggi circa 24 gradi e, probabilmente, umori molto diversi dai nostri. Forse, in questo momento, il loro autore è in università. Magari sta tenendo una lezione o sta dialogando con Camus, Beckett, Kafka, i cui echi, leggo nel risvolto di copertina, risuonano nelle sue storie.
Leggo anche che "Tre giorni e un bambino" e "Il poeta continua a tacere" sono considerati i capolavori di questo scrittore israeliano. Io sono attratta dall'incipit di "Le nozze di Galia":
"Capitò silenziosamente, mi colse impreparato. Non feci in tempo a capire cosa e come, e già ero in ginocchio. Mi dibattei convulsamente, ma era tardi. Il mio cuore pianse nelle vene scosse. Tutto era perduto. L'annuncio sul giornale era piccolo: GALIA E DANI SI SPOSANO. UN AUTOBUS PARTIRA' DALLA STAZIONE CENTRALE, ALLE TRE DEL POMERIGGIO, DIRETTO A SUD, AL KIBBUTZ DI SDOT OR".
Erano quelle lettere a rendere il fatto doloroso, non gli occhi profondi di Galia. Le lettere, agglutinate in modo definitivo, decretavano il male, e la pagina bianca del giornale trasmetteva incessantemente una verità infinita."
Yehoshua, Abraham B., Tutti i racconti, Einaudi, 1999.
