martedì 26 marzo 2013

Israele calling

Non ho letto nulla di Abraham B.Yeoshua, ma ho qui tutti i suoi racconti. Il che non significa molto: sono nelle mie mani, rilegati in uno spesso volume dell'Einaudi, ma da loro non mi separa solo il gesto di iniziare a leggere. Tra me e questo libro ci sono ore e ore che avrei già destinato a figli, lavoro, progetti. Ad altre letture.
Però... continuo a riprenderli in mano e a sfogliarli.
Questi racconti hanno percorso una lunga strada per arrivare qui, sul mio tavolo. Durante il loro viaggio si sono trasformati, hanno cambiato lingua, aspetto, colore, temperatura, ambiente. Ad Haifa, dove sono stati composti in gran parte, ci sono oggi circa 24 gradi e, probabilmente, umori molto diversi dai nostri. Forse, in questo momento, il loro autore è in università. Magari sta tenendo una lezione o sta dialogando con Camus, Beckett, Kafka, i cui echi, leggo nel risvolto di copertina, risuonano nelle sue storie.
Leggo anche che "Tre giorni e un bambino" e "Il poeta continua a tacere" sono considerati i capolavori di questo scrittore israeliano. Io sono attratta dall'incipit di "Le nozze di Galia":

"Capitò silenziosamente, mi colse impreparato. Non feci in tempo a capire cosa e come, e già ero in ginocchio. Mi dibattei convulsamente, ma era tardi. Il mio cuore pianse nelle vene scosse. Tutto era perduto. L'annuncio sul giornale era piccolo: GALIA E DANI SI SPOSANO. UN AUTOBUS PARTIRA' DALLA STAZIONE CENTRALE, ALLE TRE DEL POMERIGGIO, DIRETTO A SUD, AL KIBBUTZ DI SDOT OR".
Erano quelle lettere a rendere il fatto doloroso, non gli occhi profondi di Galia. Le lettere, agglutinate in modo definitivo, decretavano il male, e la pagina bianca del giornale trasmetteva incessantemente una verità infinita."


Yehoshua, Abraham B., Tutti i racconti, Einaudi, 1999.

 

2 commenti:

  1. Finché non si trova un po' di tempo (una vacanza?) è meglio che niente. Non mi sembra affatto un cattivo modo di leggere: è un tipo di lettura alternativo, che potrebbe essere perfino più stimolante.

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  2. Mai letto autori israeliani. Questo sembra molto interessante, visto l'incipit e visto il tuo modo di "viverlo". L'accenno all'autobus legato al matrimonio, mi ha mandato una visione dell'Italia rurale anni '40 e '50 o di campagna dell'Est europeo anni '70. Credo che cercherò questo libro.
    Grazie Giuliana.
    Buona Pasqua.

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