martedì 13 marzo 2012

Appunti dal corso - Incontro di sabato 10 marzo

Grazie a chi c’era sabato scorso nell’Aula Lodi della biblioteca civica di Treviglio. Grazie anche a chi avrebbe desiderato esserci e non ha potuto. Grazie a chi ci sarà ancora e a chi vorrà seguire i lavori di “Eppur si scrive” su questo blog.
Nelle prossime settimane riporterò qui una sintesi degli incontri del corso. Mi scuso in anticipo per qualche superficialità e inesattezza formale: l’intento principale è quello di rendere disponibile agli assenti, prima possibile, una traccia del lavoro svolto in aula.
Grazie, infine, alle persone e alle amministrazioni che fino ad oggi hanno creduto in questo progetto e l’hanno reso possibile.

 Giuliana Salerno

Parole da… sbucciare


Lo scrittore vive due volte
“Vivere due volte”: è il titolo di uno dei numerosi capitoletti di Scrivere Zen di Natalie Goldberg. Questo spunto ci è stato utile per  iniziare a indagare la figura multiforme (e multanime) dello scrittore.
“Lo scrittore vive due volte,” esordisce Goldberg. Quando scoppia un temporale, tutti corrono a cercare riparo, a preservare salute, comodità e il buon andamento delle loro faccende quotidiane. Diversamente, lo scrittore torna sotto la pioggia con il taccuino e la penna in mano e “guarda le pozzanghere, le vede riempirsi, vede le gocce di pioggia punteggiarne la superficie. Si potrebbe dire che lo scrittore si esercita ad essere stupido”. Perché lo scrittore “ha addestrato anche un’altra parte di se stesso […] Quella che si mette seduta e ripercorre mentalmente tutto ciò che è accaduto, soffermandosi a osservarne la consistenza e i dettagli”.
Essere scrittori è anche “vivere due volte”, dunque. Di più, forse: essere scrittori significa vivere molte volte. Perché lo scrittore si immerge nei dettagli dell’esistenza più intensamente di quanto facciano le persone comuni. E ritrova quei dettagli più volte, rielaborandoli e trasfigurandoli, nell’esperienza della scrittura e della riscrittura (meglio: delle riscritture).

I cinque sensi
Stiamo al mondo, di solito, senza troppo riflettere sul modo in cui il mondo stesso entra in contatto con noi (e viceversa…). 
La nostra esperienza della realtà avviene attraverso il “ponte” dei cinque sensi che sono vista, udito, tatto, gusto e olfatto (e una più varia sensibilità mentale e corporea che potremmo genericamente chiamare “sesto senso”).
Uno dei primi passi per diventare scrittori è, probabilmente, sviluppare una maggiore consapevolezza dei modi in cui facciamo esperienza della realtà. L’esperienza sensoriale è quella che accomuna gli esseri umani e che permette loro di comunicare.
I personaggi delle nostre storie saranno sempre immersi in un luogo dove farà caldo o freddo, ci sarà buio, luce o penombra, si percepiranno odori, suoni e sensazioni. Notare ed evidenziare alcuni di questi dettagli ci permetterà di comunicare meglio con i nostri lettori. Perché anche la nostra memoria e la nostra immaginazione sono “abitate” dai cinque sensi: se chiedo a qualcuno di ricordare il profumo e il sapore del caffè, probabilmente sarà capace di farlo. Se, quindi, saremo capaci di rappresentare anche nei nostri scritti odori e sapori noti, i nostri lettori potranno, a loro volta, percepirli.
Scriveva Flannery O’ Connor:

“La narrativa opera tramite i sensi e uno dei motivi per cui, secondo me, scrivere dei racconti risulta così arduo è che si tende a dimenticare quanto empo e pazienza ci vogliano per convincere tramite i sensi. Se non gli viene dato il modo di vivere la storia, di toccarla con mano, il lettore non crederà a niente di quel che il narratore si limita a riferirgli. La caratteristica principale e più evidente della narrativa è quella di affrontare la realtà tramite ciò che si può vedere, sentire, odorare, gustare, toccare. E questa è una cosa che non si può imparare con la testa; va appresa come un’abitudine, come un modo abituale di guardare le cose.”

da Nel territorio del diavolo, Theoria, Roma 1997

Quindi, una delle prime cose da fare, per chi desidera scrivere efficacemente, è allenarsi a sviluppare una straordinaria sensibilità percettiva. Fare attenzione all’intensità della luce e dell’ombra, dei colori, al caldo e al freddo, al ruvido e al liscio, a ciò che avviene dentro e fuori di noi e che percepiamo attraverso i sensi.

Alcuni suggerimenti per “sbloccarsi” di fronte alla pagina bianca (siamo ancora nella fase di “pre-scrittura”) 
Nota: prima di iniziare a scrivere, fare un bel respiro (ma anche due, tre, quattro…). Chissà perché ogni tanto ci dimentichiamo di respirare (io sono la prima a soffrire di "affanni" di varia origine...). J

Free Writing
Provare a cogliere, come ancora suggerisce Natalie Goldberg, la travolgente energia dei “primi pensieri”, ovvero dei pensieri non mediati né filtrati dal buonsenso, dalle paure, dal nostro “censore interno”, dalla preoccupazione di essere, poi, giudicati dagli altri, da motivi di convenienza sociale.
Quindi:

  • scrivere le prime cose che ci vengono in mente (meglio: trascriverle pari pari, per stupide e incoerenti che possano sembrarci);
  • non staccare la penna dal foglio;
  • non lasciarsi invischiare dalla logica: in questa prima fase, lasciarsi andare a ricordi, immagini, libere associazioni mentali;
  • non far caso alle regole di grammatica, sintassi e ortografia: il momento di correggere e rivedere il testo verrà più avanti.      

“Clustering” (o “mappe mentali”, o “costellazioni di parole”)
Si prende un foglio bianco e si scrive nel centro una parola. Tutto intorno, una dopo l’altra, si scrivono o si disegnano le parole e le immagini che ci vengono in mente. Potranno essere ricordi, immagini, associazioni di concetti, metafore, parole chiave, citazioni. Poi si prende un altro foglio e si scrivono frasi che contengano le parole che intanto si sono sviluppate sul foglio; oppure si segue l’onda di un’idea che, nel frattempo, si è sviluppata nella nostra mente. Moltissimi esempi grafici di questa tecnica sono reperibili in rete. Basta digitare in qualsiasi motore di ricerca "mappe mentali"...

Laboratorio
Esercitazione in aula dal titolo “Racconto di un’esperienza unica (e multisensoriale)…”

Per dettagli sugli intenti e i materiali visivi/auditivi/olfattivi/gustativi/tattili proposti, frequentare il corso ;-)


Tracce degli esercizi per sabato 17 marzo (qui: http://eppursiscrive.blogspot.com/2012/03/esercizi-per-sabato-17-marzo.html)
(v. post successivo)


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