sabato 4 febbraio 2012

Il nucleo denso del caso Majorana (Puntata 3 di 7)

[...] Varie e diverse sono le ragioni dell’interesse suscitato dai fatti intorno a Majorana anche tra i “non addetti ai lavori”, intendendo qui con “lavori”, ricerche e studi di carattere scientifico e tecnologico. Questi sono considerati comunemente un terreno ostico, riservato a un gruppo ristretto di persone capaci di studiare e comprendere le leggi della fisica e della matematica, e in quell’ambito di formulare problemi, concepire soluzioni, creare innovazione.
La maggior parte delle persone è sprovvista delle conoscenze e dell’ingegno necessari per seguire il filo del ragionamento di Ettore Majorana, quando questo si esprime, nei suoi lavori scientifici, per curve di probabilità, potenziale statistico nelle molecole o frequenze d’oscillazione dell’ammoniaca.
Il primo, ideale incontro con Majorana e con la sua breve, ma significativa parabola di vita è dunque avvenuto, per molti, per un più accessibile tramite “umanistico”: il discusso, intenso volumetto che Leonardo Sciascia dedicò alla scomparsa dello scienziato, avvalendosi anche di parte della documentazione disponibile sul caso.
E proprio la perizia di Sciascia scrittore, il “pathos” con cui raffigurò l’epoca cupa e, insieme, incandescente della seconda metà degli anni Trenta, il ritratto toccante che di Majorana seppe fare nel terzo capitolo, su cui ritorneremo, hanno probabilmente contribuito ad accrescere curiosità intorno alle circostanze in cui il fisico di Catania scomparve.
Tuttavia, dopo una rilettura attenta di quel formidabile pamphlet; ma soprattutto dopo aver seguito il percorso indicato molti anni dopo da Erasmo Recami nella sua ricostruzione storico-documentale, colpisce che Sciascia utilizzi la vicenda a sostegno di una sua tesi preordinata: ovvero, che Ettore Majorana abbia scelto di scomparire avendo “previsto” che la ricerca scientifica di quegli anni sarebbe culminata nella realizzazione della bomba atomica. La sua decisione, pertanto, sarebbe stata dettata dal senso di responsabilità dello scienziato nei confronti dell’umanità, messa in pericolo dalle possibili applicazioni militari di alcune scoperte. (Continua…)

 

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