domenica 26 febbraio 2012

Il nucleo denso del caso Majorana (Puntata 6 di 7)

[...] Il libro di Leonardo Sciascia, quindi, più per la sua forza espressiva e letteraria che per l’attendibilità del racconto, rappresenta un’ineludibile tappa nel viaggio a ritroso negli anni complessi della storia d’Italia in cui si affacciò Majorana.
Trentun anni aveva Ettore il giorno in cui scomparve; una porzione di vita breve, durante la quale, tuttavia, contribuì in modo importante allo sviluppo della fisica moderna. In quell’ambito, come ricorda anche Edoardo Amaldi, membro del gruppo romano di Fermi e primo storico di Majorana, quest’ultimo si distinse per “vivezza d’ingegno, profondità di comprensione ed estensione di studi che lo rendevano molto superiore a tutti i suoi nuovi compagni”.
Queste caratteristiche sarebbero sufficienti, da sole, a fare di Ettore Majorana un modello a cui guardare per originalità di pensiero e capacità di lavoro.
La naturale tendenza a cercare la via più breve ed elegante nella risoluzione dei problemi è messa in luce in varie testimonianze (si legga, ad esempio, il racconto del primo incontro di Majorana con Fermi e del diverso approccio dei due allo stesso problema fisico-matematico); è evidente dall’esame delle sue pubblicazioni, di tutti i suoi lavori editi e inediti e degli appunti delle lezioni; ma trapela anche dal suo epistolario, notevole sotto il profilo non solo scientifico, ma anche storico e biografico, e per le capacità di analisi e sintesi. Ettore Majorana, a dispetto del carattere chiuso e timido che gli verrà regolarmente attribuito nelle testimonianze rese dai suoi contemporanei, sta al mondo con curiosità e interesse, e nelle sue lettere commenta lucidamente i più vari aspetti dell’esperienza umana.
Majorana rappresenta un esempio anche per la sua capacità di pensare in modo originale e di mettere in discussione l’esistente per percorrere strade non battute (si ricordi che per il suo spirito critico Majorana era chiamato dai colleghi del gruppo di Roma “il Grande Inquisitore”). A lui le giovani generazioni dovrebbero guardare per l’approccio modernamente “creativo”, nel senso della capacità di formulare ipotesi in modo aperto e libero da preconcetti e di concepire soluzioni diverse di uno stesso problema. (Continua…)

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