mercoledì 28 settembre 2011

Il bacio - Racconto di Daniela Invernizzi (Puntata 2 di 3)

È ancora più carino oggi, con il pullover senza maniche, come i brokers al cinema. È più giovane di lei e non è sposato, non è fidanzato, qualcuno insinua che sia gay, forse è solo un po’ imbranato.
È stato assunto da poco, è l’ultimo acquisto del premiato studio Sarti-Imbesta Commercialisti e non ha ancora legato con nessuno, tranne che con lei. A lei ha fatto subito un po’ tenerezza, così sempre in disparte, un po’ sfigato.
Ha sempre avuto questa attrazione per i più deboli, si è tirata in casa gatti ammalati, amiche dal cuore infranto, vecchiette in cerca di compagnia.
Forse ha sbagliato lavoro, doveva fare l’infermiera, l’assistente sociale, quelle robe lì. Invece è diventata ragioniera e sgomita ogni giorno per un posto al sole.
  “È moscio” aveva detto la Gualandris pochi giorni dopo il suo arrivo, “Carino, ma moscio” e così aveva stabilito, nunc et semper, la segretaria numero uno, dall’alto della sua notevole esperienza in fatto di uomini.
A Giulia non importava se fosse un moscio o un duro, gli era grata di quella volta davanti al caffè, quando avevano parlato di pittura, una delle sue grandi passioni.
Lui le aveva detto di essersi appena iscritto a un corso, di come lo faceva stare bene sporcarsi le mani, riempirsi di colori, parlare di linee, vuoti, spazi, fiori e visi.
Lei gli aveva parlato della sua passione per Klimt, della languida sensualità della sua arte, della sua capacità di indagare le donne, di cogliere l’attimo; e lui l’aveva guardata strano, come se all’improvviso si fosse trasformata in un altro essere.
Poi però non si erano quasi più parlati, il dottor Sarti aveva requisito Alberto per iniziarlo ai Segreti del Tempio, e tutto era tornato come prima, nel grigiume.
  Alberto si avvicina alla sua scrivania, si siede su un angolo.

“Ciao, Giulia.”



Nessun commento:

Posta un commento