mercoledì 16 marzo 2011

Diario del 3° incontro - 12 marzo - Primi passi nel mondo del racconto


Pagina ricca di colori, di voci e anche di musica. Grazie, Sara!
Treviglio, 12 marzo 2011

Sono le 15 , torno alla biblioteca di Treviglio, mi aggiro tra gli antichi porticati, immagino chi ha abitato questi luoghi, scatto una foto con il cellulare al cortile e conservo. Vado al bagno, la porta è ricoperta di fogli di parole, sopra il volto di una donna dalle labbra rosse vi è dipinta. Prendo il telefono, scatto e conservo. Prima porta sulla sinistra, leggo gli annunci fuori, sbircio nell’ aula – Giuliana ha tagliato i capelli –
 taglio dinamico – penso. E’ quasi primavera.
Entro nella stanza, c’è musica e movimento. Bene. Mi siedo al secondo banchetto sulla destra, arrivano gli altri corsisti. Eccoci – “Eppur si scrive”.
Si spegne la musica, sul video slide della struttura dell’ incontro, un giro tra i tavoli per un ripasso dei nomi, si apre con Daniela e si chiude la curva con Carmen. Iniziamo con la prima domanda:

Per chi scriviamo?
La scrittura è comunicazione, si scrive per gli altri, bisogna farsi capire dunque! Interroghiamoci sulle storie che vogliamo raccontare, che universo stiamo dipingendo? Chi si può riconoscere? Che tipi sono i nostri lettori? Quanto ci somigliano? Riescono a sentire le nostre parole? Dovrebbero avere un linguaggio ed una sensibilità vicina alla nostra. Italo Calvino sosteneva:

“Bisogna trasformare le storie individuali in qualcosa di universale.”
Creare uno spicchio di mondo nel quale le persone si possano riconoscere, oltre l’io andiamo al noi, seducendo!!! È Roberto Cotroneo a sostenere:
“Io scrivo per sedurre il mondo.“
Conduciamo i lettori dentro le nostre storie, coinvolgiamoli nel mondo del racconto.
Giuliana legge una delle lettere di Italo Calvino, tratta da I libri degli altri (circa 300 lettere scritte nei 36 anni di collaborazione con l’ Einaudi); lo scrittore esorta il destinatario a porre attenzione al linguaggio, alla sua struttura, lo esorta a far intravedere qualcosa di nuovo senza parlare troppo di se stesso, a portare un mondo visto con i suoi occhi che lasci degli interrogativi aperti. Calvino sottolinea che la migliore scrittura nasce dalla difficoltà, non dalla scrittura veloce e facile.
"Insisti dove la penna sembra fermarsi!"
Si inizia con la seconda parte dell’ incontro, quella operativa, infatti si legge e si scrive:
E se succedesse questo…?
Giuliana ci distribuisce le fotocopie di un racconto di Moravia tratto da “Racconti romani”, e poi aggiunge attribuendo alla sua scrittura proprio le caratteristiche delineate da Calvino nelle Lezioni americane:
leggerezza (linguaggio), esattezza (la scelta delle parole) rapidità (di lettura), visibilità (le scene che appaiono come fotogrammi di un film), molteplicità (le voci dei racconti).
Dina legge a voce alta ed espressiva una parte del racconto “L’ incosciente”... “Vedi, non c’ è coraggio e non c’ è paura… ci sono soltanto coscienza ed incoscienza…” Non male come interpretazione e opinione del reale, ecco il mondo che intriga! Finita la lettura, abbiamo a disposizione 30 minuti per costruire il finale al racconto, Giuliana ci invita a ipotizzare una struttura e dopo di che, iniziare a scrivere. Accidenti, questo non l’ho mai fatto! Va bè! Abbozzo tre diverse idee, molto vaghe. Inizio a scrivere lasciando che sia la penna a trascinarmi in una direzione che sembra essere diversa dal ragionamento iniziale, ma seguo la corrente, tra segnacci nervosi, cancellature e riscritture. Sbircio il quaderno dei miei compagni di banco, mi accorgo che Carmen e Stefano hanno riempito le pagine in modo che, appare al primo sguardo, preciso e ordinato! Avranno idee più ordinate e focalizzate! Dico tra me. Guardo il mio quaderno e mi accorgo di trovare delle regole nel mio disordine. Creo regole, ipotesi per poi aggirarle o saltarle. Trasgredirle.
Mi sorrido, come sono italiana!
Scorrono i minuti, suona il campanello allo scadere del tempo ed iniziamo a leggere i nostri finali.
Ognuno ha fatto agire il suo protagonista in modo differente, alcune storie sono molto creative e divertenti.
Il racconto è scritto in prima persona, ma ci si può divertire ad entrare in terza persona, ad introdurre nuovi personaggi, ad inserire dialoghi… piena libertà!
Torno a casa, un po’ sovraeccitata dall’atto creativo. La strada sembra interminabile, insorgono nella mente immagini della continuazione del mio racconto, ho voglia di scrivere, subito, adesso.
Sara M.

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