mercoledì 9 marzo 2011

Diario del 2° incontro - 5 marzo 2011 - Scrivere il memoir

Ringrazio Daniela per la prima, intensa pagina di diario del laboratorio "Eppur si scrive".
Un caro saluto a tutti voi
Giuliana


E’ il 5 marzo 2011, ore 15. Il centro civico culturale di Treviglio è immerso nel silenzio. E’ sabato e non ci sono gli studenti che durante la settimana animano il bel chiostro della biblioteca. La sala dove mi trovo insieme a quelli che chiamerò “amici di penna” è luminosa, calda, con una lavagna vecchio stile, sulla quale qualcuno ha disegnato il cappello di un alpino e la bandiera d’Italia, a celebrare la ricorrenza dei 150 anni dell’unità.
Siamo in 18, per la maggior parte donne e pendiamo dalle labbra della nostra dolcissima insegnante di scrittura creativa. Si chiama Giuliana. Non sappiamo molto di lei, ma ci ha ispirato subito fiducia e ci ha messo a nostro agio. E’ il nostro secondo incontro. Per un po’ di tempo, ogni sabato, saremo un gruppo di lavoro, “amici di penna”  appunto, che cercheranno di trovare dentro di sé e nel confronto con gli altri la spinta e l’ispirazione per scrivere.
Perché vogliamo scrivere? Abbiamo cercato di spiegarlo durante la prima lezione, quando ci siamo presentati e abbiamo elencato le nostre motivazioni. Insieme abbiamo scoperto che scrivere rappresenta per noi la sintesi di molti bisogni: il bisogno di comprensione, di chiarezza, di comunicazione, di condivisione. Il bisogno di capirsi meglio, di fissare i pensieri, di provare piacere nel farlo. Poi lo abbiamo messo per iscritto, come primo “compitino” a casa.
La seconda lezione è partita con la proposta di questo “diario di bordo” e con la decisione di scrivere, una volta ciascuno, la cronaca degli incontri.
Dopo l’auto-presentazione della nuova arrivata Francesca, Giuliana ha chiesto se qualcuno di noi aveva voglia di leggere il lavoro fatto a casa. In quel momento è stato come tornare a scuola, quando la professoressa chiedeva se qualcuno volesse offrirsi volontario per l’interrogazione. Ci siamo fatti piccoli, ci siamo guardati un po’ smarriti, sperando di non essere obbligati a farlo. E invece…
”Vi costringerò!” ci dice candidamente, suscitando una risata . Poi spiega: “Ci troviamo a vivere una situazione che non si ripeterà: la possibilità di vivere una dimensione poco comune alla scrittura, cioè il GRUPPO. Il gruppo ci contiene, ci aiuta, ci dà il passo. Nel momento in cui condividiamo quello che è dentro di noi, immediatamente gli altri ce lo restituiscono arricchito”.
Fa una similitudine con l’adolescente che chiede di uscire da solo e va incontro a nuove esperienze. Inevitabilmente, quando tornerà a casa,sarà diverso. Come saremo diversi noi alla fine di ogni incontro.. Quindi approfittiamone e via alle letture ad alta voce. Due soltanto le regole: VIETATO STRONCARE, e BENVENUTI SUGGERIMENTI !
Parte Laura, che legge il suo “Perché scrivo”. Poi tocca a me, leggo la lettera che mi sono spedita, contenente l’esortazione a scrivere. Nonostante sia abituata a leggere in pubblico, provo paura ed emozione. Non è come leggere le notizie!
E’ la volta di Marino, che legge il suo scritto, nel quale lui diventa Berto. E’ già un racconto e ci complimentiamo con lui.
Segue una discussione sul racconto di Raymond Carver, dal titolo “Vicini”. Siamo tutti concordi nel ritenere il suo stile piacevole e intrigante. Discordanti invece i pareri su quello che c’è sotto, i famosi “sette ottavi dell’iceberg”. Le donne trovano elementi negativi come invidia, incomunicabilità , mancanza di sincerità, comportamenti inquietanti. Un uomo, Stefano, vede invece tutto positivo, il ritratto di una coppia felice.
E’ strano come un racconto possa davvero essere interpretato in modi anche molto differenti fra loro!
 La cosa ci piace e qualcuno propone di ripetere l’esperienza della lettura critica anche nei prossimi incontri.
Il tempo vola, lasciamo Carver per cominciare a parlare della MAPPA MENTALE, cioè quelle associazioni di idee che si vengono a creare nel momento in cui pronunciamo una parola o una frase. Questo modus operandi è molto utile per il genere MEMOIR. Il Memoir è il modo di raccontare i ricordi così come affiorano alla mente, senza avere alcun carattere oggettivo o pretese cronologiche. E’ una rielaborazione del passato come vogliamo ricordarlo, in maniera puramente soggettiva. La sua struttura è quella di un presente narrativo durante il quale un evento suscita il ricordo, si entra in una storia passata per poi tornare nel presente.
Penso in quel momento che un racconto così potrei anche riuscire a scriverlo. Dopotutto, se non bisogna “barare”, ma conoscere quello di cui si scrive, cosa c’è di meglio di un ricordo che appartiene soltanto a noi stessi?
Poi il gioco si fa duro e si passa ai fatti: si scrive! Nel giro di pochi minuti dobbiamo scegliere cinque ricordi e svilupparne un paio. Scrivo i primi cinque che mi vengono in mente e poi mi pento della scelta… mi prende il panico, ma ormai è fatta. Comincio con “Era il primo giorno di scuola” e mi viene incredibilmente facile. Passo poi a“ Kim, il terrore della via”, dedicato al mio cane, qui i ricordi si accavallano e il lavoro diventa più faticoso. Poi è STOP! La campanella…anzi , la sveglia! Su questo lavoro dovremo tornare una volta a casa per trovare eventuali connessioni fra i due ricordi scelti.
Il tempo a nostra disposizione è finito e ci salutiamo. Mi sento stanca, non so se questa sia anche la sensazione dei miei amici di penna. Stanca, ma felice. Esco all’aria fresca e ho la percezione di aver fatto qualcosa di appagante. Per tutto il tragitto che mi porta all’automobile non faccio che pensare a quello che potrei scrivere, e come .Un’ euforia che mi fa pensare di star facendo qualcosa di veramente entusiasmante e, dopo tanto tempo, soltanto mia.
Mia e dei miei amici di penna, naturalmente!
Daniela I.

3 commenti:

  1. Che bella questa prima pagina del diario di bordo del laboratorio. Stranamente anch'io ho pensato a un cane quando si è trattato di evocare un ricordo ed iniziare a scrivere. Forse non è un caso. Gli animali, spesso, ci accompagnano durante la nostra vita e lasciano in noi più segni di quanto possiamo immaginare. G.

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  2. Ciao avrei una proposta da fare. Perchè non inserire nel blog un elenco di tutti i libri che ci consigli o segnali durante il laboratorio?
    G.

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  3. Molto volentieri, è un'ottima idea. Lo farò presto. Ciao!
    Giuliana

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