mercoledì 23 novembre 2011

Le sconosciute - Racconto di Laura Fagnani

Lisa aveva buon cuore, e lo sapeva. Non restava indifferente di fronte a chi le pareva avesse bisogno... magari soltanto di una mano. O davanti a chi le faceva pena o stringere il cuore.
Forse, in ognuno di loro, vedeva un poco di sé.
Ma quella sera d’estate…
Ancora le girava in testa quel ricordo, di cui non trovava spiegazione.
Lisa tornava dalla visita ad un’amica  e andava piuttosto veloce, in macchina. Era vicina la mezzanotte e intorno al Santuario, di solito affollatissimo, non vi era nessuno: negozi chiusi, luci dei bar spente, qualche macchina parcheggiata. Lei si sentiva in colpa per il suo ritardo e, complice la strada ben nota, aveva in mente solo d’arrivare a casa.
All’ultima svolta a sinistra, lungo il perimetro della vasta area religiosa circondata da mura, la vide: una donna era lì ferma, sul ciglio della strada, esitante e spaesata, in cerca non si sa di che. Era sicuramente straniera, con folti capelli scuri e un lungo abito dello stesso colore dei mattoni a cui appoggiava una mano, come persa. Sì, sembrava persa.
Lisa pensò subito, nel vederla all'improvviso, che non poteva essere una donna di strada: non in quel luogo, non così coperta, troppo incerta e fragile. La sconosciuta aveva superato il maestoso cancello d'ingresso al Santuario, camminava a piccoli passi, un po’ vacillante, il volto segnato: forse cercava il Centro di accoglienza che pure aveva sede in quei luoghi? Ma a quell’ora?
Questo si chiedeva Lisa, provando subito pena, ma anche stupore e preoccupazione... Chi era la donna esotica? Cosa ci faceva lì, da sola, di notte? Tutta una serie di altre domande cominciarono, da allora, ad affollarsi nella sua mente.
Ma Lisa non si fermò.
Continuò a correre verso casa.
Da quella sera, la figura della donna dal lungo abito l’accompagnò per molto tempo.
Quando Lisa guardava la propria immagine riflessa nello specchio, le tornava in mente il viso della sconosciuta immerso nell’oscurità. Nelle ombre del volto di lei le sembrava di riconoscere le proprie. Nel suo passo esitante, le incertezze degli ultimi anni. Nella fragilità di quel corpo che pareva smarrito, il proprio stesso smarrimento. Nelle asperità del terreno su cui la donna incedeva a fatica, gli imprevisti del suo percorso di donna, di moglie, di madre.
Lisa tornò molte volte nei pressi del Santuario in quell’ora insolita. Scendeva dalla macchina e raggiungeva il punto in cui ricordava di aver visto la donna che tanto le era rimasta impressa nei ricordi.
Non vide più la sconosciuta. Tuttavia la sentì spesso dentro di sé, come presenza silenziosa e, a tratti, rivelatrice.


 

 
      Pablo Picasso - Donna allo specchio

3 commenti:

  1. un bel racconto introspettivo, scrittura molto femminile!
    SARA M

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  2. Mi è piaciuta l'idea di ricorrere a un personaggio e a una situazione indefiniti: non se ne sa nulla, nemmeno se siano reali, ma la forza del racconto è proprio in questa indeterminatezza.

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