martedì 8 maggio 2012

Appunti dal corso - Incontro di sabato 5 maggio - Tempi di poesia

“[…] la poesia cova nascosta, silenziosa,
come una forza segreta e insurrezionale.
È un contagio gioioso, sotterraneo,
ciclicamente pronto a riemergere improvviso.”
Valerio Magrelli


Non di trame e personaggi, ma di terzine e settenari s’è parlato sabato scorso in aula. Non di dialoghi né di voce narrante, dunque, ma di strategie metriche, retoriche e stilistiche, e del sentimento di cui queste possono animarsi.
La professoressa Giuseppina D’Agostino ci ha traghettato oltre le nostre prove di racconto in prosa, nei mari intimi e simbolici della poesia classica e più tardi, con l'associazione Clementina Borghi, in quelli tumultuosi dell’esperienza di Vivian Lamarque.
Dopo un lungo oblio, ecco riapparirci le movenze de la donna mia quand’ella altrui saluta, la profondissima quiete ispirata dall’ermo colle, i nudi piedi di Valentino vestito di nuovo, le sacre sponde che né più mai toccherò, il ristoro di giugno sul verde melograno e il disperato canto alla silenziosa luna.
Non fu sempre dolce il nostro incontro giovanile con i poeti; non sempre ci venne facile seguire e apprezzare la loro voce. Eppure, sabato scorso ha segnato, per alcuni di noi, l’inizio di una riconciliazione con chi, come i poeti, ha saputo riunire “zefiri sereni” e “spirto guerrier”, e che oggi meglio di altri interpreta le necessità del nostro tempo.
Perché spesso, per scrivere un post, un tweet o un sms ci vengono in soccorso proprio la brevità e l’efficacia di un verso. Oggi più di ieri, sintesi e velocità sono esigenze che possono incarnarsi nella poesia.
Sarà un caso che a vincere il Nobel per la letteratura pochi mesi fa sia stato un poeta? Sarà un altro caso che proprio in quest’epoca si siano accorti in tanti dei versi liberi (e forti, e densi) della polacca Szymborska?
E che dire della suggestione del giapponese haiku, poesia brevissima diventata per molti di noi un passatempo, un gioco, un’occasione?
Proprio con un invito a scrivere haiku Giuseppina D’Agostino ha dato il via al primo apprendistato poetico di “Eppur si scrive”. Tutti a comporre attimi poetici, allora. Tempo di coglierli e di vestirli di versi. Ora di contar sillabe (poche, pochissime). Da snocciolare in breve, e a breve, su questo blog.

Giuliana Salerno

Un gatto nero
in candeggina finì.
Un gatto bianco.
Pino Pace

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