ma so con assoluta certezza che non mi svelerai nulla. All’apparenza.
Cerco parole, anche rubate, per spiegare questi ultimi istanti che mi legano a te.
Ti ho visto
in quella vetrina di bontà dalle mille sfumature,
piramidi di colore per salutare l’autunno.
Ti ho temuta
passeggiando sotto gli
alberi rigonfi sul lungomare di Albengapronta a cadere sulle nostre teste spensierate.
Ti ho annusato
piena di te nella cesta
del contadinoo già pelle morta su una stufa accesa.
Ti ho sentito
rotolare giù per le scalequando la borsa, ecologicamente corretta, come sempre si è rotta.
Ti ho toccato
piccolo sole morbido, per
dimenticare lo stress stringendoti fra le mani.
Ti ho ammirato
per la tua forma che
ricorda la perfezione.
Ti ho apprezzato
farti in quattro,
altruista, per regalare refrigerio ad altri, come a me.
Ti ho mangiato:
questo è il “succo” del
discorso.
Ora ti rimpiango
ma non meritavi di
sopravvivere.Non c’è posto, in questo mondo di avidi, per i dolci e teneri come te.
ahahha che carina!
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