venerdì 6 maggio 2011

Ancora sul punto di vista

Per approfondire i temi del punto di vista e della voce narrante, vi suggerisco i seguenti volumi:

Bavaro, Tommaso, Scrittura creativa. Tutte le tecniche della narrazione, Edizioni Calderini, Bologna, 1995.
Cerami, Vincenzo, Consigli a un giovane scrittore, Garzanti, 2002.
Gaudiano, Franco, Manuale di scrittura creativa, Editrice Nord, 1993.
Vargas Llosa, Mario, Lettere a un aspirante romanziere, Einaudi Tascabili, 1998.

Di particolare interesse, a proposito della distanza tra narratore e storia, il denso capitolo “Il narratore. Lo spazio” contenuto nel volumetto di Mario Vargas Llosa. Ne riporto un brano tratto da pagina 47 dell’edizione citata sopra:

Volendo raccontare per iscritto una storia, ogni romanziere inventa un narratore, suo rappresentante o plenipotenziario nella finzione, e finzione lui stesso, perché, come gli altri personaggi che si accinge a raccontare, è fatto di parole e vive soltanto di e per quel romanzo. Questo personaggio, il narratore, può trovarsi dentro la storia, fuori di essa o in una collocazione incerta, a seconda che narri nella prima, nella terza o nella seconda persona grammaticale. Non è una scelta gratuita: a seconda dello spazio occupato dal narratore rispetto al narrato, varia la distanza e la conoscenza che ha di ciò che racconta. È ovvio che un narratore-personaggio non possa conoscere – e tanto meno descrivere e riferire – altro che quelle esperienze che sono verosimilmente alla sua portata, mentre un narratore-onnisciente può sapere tutto ed essere in qualunque parte del mondo narrato. Scegliere un punto di vista o un altro significa dunque scegliere condizionamenti determinati a cui il narratore deve sottoporsi nel momento di narrare; se non li rispetta, poi, avranno effetto lesivo, distruttivo sul potere di persuasione. Allo stesso tempo, dal rispetto che mostrerà nei confronti dei limiti fissati da quel punto di vista spaziale dipende in gran parte se quel potere di persuasione funzionerà e il narrato ci sembrerà verosimile, imbevuto di quella ‘verità’ che sembrano contenere quelle grandi bugie che sono i buoni romanzi.”

A domani,

Giuliana Salerno


1 commento:

  1. più che altro leggere "teorie del punto di vista" a cura di D. Meneghelli, la Nuova italia, 1998.

    Collana di teoria della letteratura diretta da Lavagetto.

    grazie.

    A. Ardigò

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