lunedì 23 maggio 2011

The Funeral - Racconto di Anna Martinenghi

Sono morta stupidamente, come stupidamente ho vissuto. Solo un’idiota come me poteva imboccare un senso unico al contrario per rispondere ad un SMS. Ho avuto ciò che meritavo, non avevo nemmeno la cintura allacciata. La chiamano “selezione naturale” ed è giusto così, ma lasciatemi dire; di certo non sono stata un esemplare particolarmente evoluto di essere umano, ma ho avuto una morte coerente con la mia vita, in fondo sono sempre stata “un vero schianto”, una bellezza da urlo e la morte mi ha risparmiato la depressione della vecchiaia.

“Che spreco…” ha commentato il pezzo di pompiere che mi ha estratto dalla mia scatoletta di metallo. È stato il primo complimento da defunta a e l’ho trovato davvero magnifico.
 Sapete che vi dico? Io da morta mi trovo benissimo, non avrei mai pensato… Si dicono un sacco di cose sbagliatissime sulla morte mentre si è vivi e invece dovreste provare, è una figata pazzesca!! A me non ha fatto per niente male, anzi; ora sto da Dio e non è un modo di dire, Dio ha certi appartamentini che non potete nemmeno immaginare! La cosa meravigliosa è che qui ogni pensiero diventa reale: mi è sparito quel filo di cellulite che solo io vedevo sui fianchi, non devo più barare sull’età e posso mangiare qualsiasi cosa, senza ingrassare!

Sì lo so che vi manco, ma non sono mica sparita! È solo che voi non potete vedermi perché mi trasmettono su un canale per cui non avete ancora il decoder, ma portate pazienza è questione di poco. Mi hanno spiegato come funziona, ma non ho capito tanto bene perché è un po’ complicato. Qui c’è l’eternità, il tempo fermo; non c’è oggi, non c’è domani, ma c’è il sempre. Voi siete già qui, cioè lo siete, ma non ve ne accorgete perché dovete aspettare che passino gli anni che vi mancano per morire, anche se qui sono già passati. Insomma è una specie di fuso orario che non so spiegare, ma tranquilli, quando arriverete i giardinieri vi spiegheranno tutto. (io mi aspettavo degli angeli a dire il vero, ma qui ci sono tantissimi giardinieri e assomigliano inspiegabilmente ai Village People).

Ora però devo andare, stanno per dare in streaming il mio funerale e non posso perderlo per niente al mondo. Sì, so che può sembrare una cosa macabra; io che vi guardo piangere, ma siccome so come va a finire, posso permetterlo.. E poi in fondo metà delle persone che partecipano mica mi volevano bene, seee… non mi sopportavano per niente. Sono proprio quelle che voglio vedere. Ecco, ci siamo: ma guarda come si è vestita la Sabri per il mio funerale! Miniabito rosso e sandali di vernice, vi sembra un abito adatto ad un’amica inconsolabile? Quella ha sempre rosicato perché io ero più bella di lei e adesso fa festa, perché senza di me è quasi accettabile..

E guarda chi c’è! Noo anche la Mary, ma se ha smesso di parlarmi all’età di 7 anni perché non le prestavo la Barbie “Miss America”, ipocrita che non è altro... ora fa l’amica d’infanzia con la faccia triste, triste. E come si permette la zia Gemma di piangere?! Vecchia coccodrilla che non è altro, non mi ha mai potuto vedere perché ha due figlie che fanno paura al buio.. E cosa vedono i miei occhi? Mia sorella si è presa la mia borsa di Gucci; non ci posso credere!! Non ha aspettato neanche un giorno, moriva dalla voglia di avere quella borsa e invece sono morta io! Grr..

Sapete che vi dico, non è affatto divertente! Passatemi il telecomando che cambio funerale.. anzi no, esco con Marilyn a bere un aperitivo e poi giardinieri preparano un ottimo strudel, che qui le mele non mancano…


3 commenti:

  1. I giardinieri Village People sono da urlo!!! :-)

    Giuliana A.

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  2. I racconti di Anna mi stupiscono uno più dell'altro. Ne prendo uno ogni sera dopo i pasti.
    A proposito di racconti: oggi sul Corriere della Sera, pag.48, c'è un bell'articolo di Frediano Sessi sul racconto breve.
    Dany I.

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