lunedì 2 maggio 2011

"A cena con l'amore" - Racconto di Marina A.

Pubblico il delizioso racconto di Marina, scritto in seguito a un gioco a estrazione di bigliettini dai contenuti improbabili. La nostra autrice ha raccolto la sfida con gusto e nonchalance, e dal “trinomio fantastico” che le è toccato in sorte è scaturito un ritratto di grande effetto.

Giuliana Salerno

P.S. Ringraziamo per l’idea il nostro “faro” Gianni Rodari, che di certo ci segue e ci sorride tra un’insalata di favole e un sasso nello stagno.

***

Parole pescate: calze a rete, salame, martello


A cena con l’amore


Camminava per la strada pensando a lei con un sorriso sulle labbra. Si fermò di colpo davanti ad un negozio.
In vetrina, manichini con body, slip e reggiseno in pizzo stuzzicarono la sua fantasia, inviandolo, con l’immaginazione, al lieto fine di quella serata, che si sarebbe consumato nella sua mansarda.
D’impulso entrò nel negozio e fece ciò che non aveva mai fatto: comprare biancheria intima per una donna. Acquistò babydoll, giarrettiera e calze a rete.
Ora non gli restava che preparare la scena, degno contorno di una serata perfetta.
La gastronomia nella quale entrò gli solleticò le narici. Nei vassoi colorati e decorati facevano bella mostra di sé pietanze dall’aspetto prelibato. La sua attenzione fu attratta dall’uomo dietro al banco che stava affettando a mano, col coltello, un salame.
In un flashback, rivide lei che compiva lo stesso gesto, mentre lui aspettava, con avidità, le profumate fette.
Seguendo, per la seconda volta, l’impulso, decise di acquistare proprio quel pezzo di salame, del pane e una bottiglia di Montepulciano.
Tornò a casa. Continuando a guardare l’orologio, preparò la tavola, con cura. Pose al centro il tagliere col salame e il coltello, accese le candele disposte nella stanza e attese.
Finalmente il campanello suonò. Con trepidazione aprì la porta, un fattorino gli consegnò un pacco. Lo prese, lo scartò e ne pose il contenuto sulla sedia di fronte a sé.
Si sedette al suo posto. Dopo un brindisi, iniziò a cenare lanciando occhiate e parole alla figura rappresentata sul quadro, con la musica di Armstrong in sottofondo.
I pensieri uscivano liberamente dalla sua bocca e si riversavano sull’immagine silenziosa, accompagnati dal movimento delle mani.
Al termine della cena, spostò il quadro sulla poltrona e si sedette su quella di fronte, dove finì di consumare vino e musica, perso nei ricordi.
Quando si svegliò dal torpore in cui era caduto, andò nella stanza da letto a preparare la scena finale.
Scostò le coperte e con cura adagiò sul lenzuolo, dalla parte di lei, il babydoll e la giarrettiera, a cui agganciò le calze a rete. Prese il martello e sul muro, sopra il letto, dalla stessa parte, piantò il chiodo e appese il quadro.
Poi s’infilò sotto le coperte, spense la luce e si addormentò.
Marina A.



                                                                                                                            

2 commenti:

  1. Molto poetico. Bravissima Marina!
    Giuliana A.

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  2. Bello e triste. Leggendolo ho ripensato al film di Hitchcock "La finestra sul cortile" dove il protagonista, osservando i suoi vicini con un binocolo, scopre, oltre ad un delitto, una signora che finge di ricevere una visita, prepara una cena e dialoga con un invisibile ospite. G.

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