mercoledì 18 maggio 2011

Diario dell'11° incontro - 14 maggio 2011 - La revisione del testo

Che tappa questa settimana, ragazzi!
Il viaggio degli apprendisti scrittori verso il pianeta Script-ores è quasi giunto al termine. L'atterraggio è previsto per il prossimo sabato, sempre che i nostri riescano a sopravvivere a quell'inquietante paio di forbici che campeggia sullo schermo...
Per fortuna, ci pensa il comandante Giuliana a distogliere l'attenzione da quell'arnese, annunciando che "deve fare ammenda per una mancanza iniziale totalmente involontaria". E così, con grande piacere degli allievi, la prof. inizia a parlare di sé e delle sue esperienze lavorative, "colpevoli" di averla indotta a lasciare la sua Salerno per arrivare nella ridente cittadina di Treviglio.
Il racconto affascina gli allievi ed emoziona il comandante, soprattutto quando sfiora gli aspetti più privati della sua vita. Conclude nominando timidamente i premi letterari che ha vinto, rendendo i suoi allievi orgogliosi di essere guidati da un comandante così in gamba.
Ma l'immagine sullo schermo non si è dissolta, è sempre lì. Infatti...
─ Bene! Cominciamo la lezione di oggi introducendo l'argomento: "la revisione del testo".Cosa facciamo oggi:
Diario del 14 Maggio 2011 - Eccomi qua!
Riepilogo - Ricordiamo la frase di Raymond Carver sulle parole, riportata da Marina nel diario della scorsa settimana. L'affermazione sprona a ponderare bene cosa scrivere, ricordandosi che scrivere è come scolpire: quello che non è indispensabile è DANNOSO.
Ad aiutarci, arriva Beppe Severgnini con il suo acronimo P.O.R.C.O. (già spiegato la scorsa settimana). È proprio la lettera O finale: OMETTI (togli ciò che non è necessario) il punto di partenza della lezione odierna: bisogna scegliere le parole con il peso specifico adatto al contesto letterario.
Gli allievi riescono a stupire il loro comandante trovando in un nanosecondo l'errore che si nasconde nella filastrocca del re: il "và" accentato NON VA BENE se il verbo è imperativo seconda persona singolare! L'ortografia corretta è "va'" (con l'apostrofo) e con l'occasione, la "dolce" Giuliana anticipa che oggi ci sarà un esercizio di ortografia "mooolto doloroso". Caspita, questo pomeriggio è proprio da mal di testa!Come per confermare questo timore, eccolo lì! Il nostro Alessandro Manzoni con il suo romanzo storico (in tutti i sensi) I promessi sposi. Alzi la mano chi non ha avuto un flashback delle scuole superiori!
Perché è qui? Semplice, perché anch'egli ha revisionato, tagliato, sfoltito, perché è in questo che consiste il lavoro di revisione.
Eccoci quindi di fronte alla prima stesura del romanzo di cui sopra, il cui titolo era Fermo e Lucia, con la versione finale, revisionata a fronte.
Leggendo le due versioni, non si può dire che il Manzoni ci sia andato leggero con le forbici! La cosa risolleva il morale: se ha revisionato lui, perché non possiamo farlo noi?! Durante questa fase dobbiamo chiederci: "Il mio testo susciterà nel mio lettore le sensazioni che voglio trasmettergli?", "Contiene il messaggio che voglio far arrivare?"La revisione è il viaggio verso il testo: da come è oggi a come diventerà quando sarà più vicino alla perfezione. Infatti il manoscritto che consegneremo al nostro editore (perché un giorno, cari signori, avremo un editore) dovrà essere perfetto.
La revisione è il frutto di due stati d'animo che in questa fase del testo convivono: diffidenza nei confronti dell'aspetto attuale e fiducia per la forma che avrà.E basta con l'idea romantica che "siccome il testo mi è uscito così, d'istinto, così deve rimanere"! Non ci si può esimere dalla revisione! Non succede a nessuno che la prima stesura sia quella buona, a meno che non si sia in uno stato di grazia o si abbia un'esperienza pluriennale, situazioni assai rare. Dobbiamo avere la consapevolezza che si può migliorare molto, sfoltendo.E non lasciamoci ingannare dalla metafora "il testo è come un giardino"! Oggi non siamo proprio in vena di romanticismo.
Per curare il nostro giardino dobbiamo:

  • coltivare le piante giuste
  • innaffiare quando serve
  • arare il prato
  • tirar via le erbacce
  • potare gli alberi e le siepi
  • eliminare i parassiti
Dobbiamo svolgere l'azione di trim and cut: sfoltire e tagliare, ognuno con il metodo che acquisirà.Anche il controllo grammaticale e ortografico si fanno sentire. Sbarazziamoci del luogo comune "quel che conta è la sostanza.". Non è così, non solo almeno. Bisogna dare anche una struttura ordinata e metodica al testo, dargli forma!
Teniamo conto che ogni casa editrice ha le sue norme redazionali e, sebbene noi non possiamo rispettarle tutte in un solo testo, dobbiamo comunque cercare di rendere il lavoro dell'editor il più scorrevole possibile: un testo ben presentato è una buona base di partenza.
A tal proposito, Giuliana ci indica alcuni manuali di stile da consultare: Il nuovo manuale di stile, di Roberto Lesina, edito da Zanichelli, Come si fa una tesi di laurea, di Umberto Eco (anche se un po' datato, può essere utile), Il manuale di redazione e Il correttore di bozze, entrambi della collana I mestieri del libro, casa editrice Edigeo. La revisione non è molto simpatica, anzi, è piuttosto petulante. Elenchiamone le peculiarità:è un momento doloroso. Potrebbe capitare di dover tagliare i pezzi di cui siamo innamorati ma che, ahimè, non possono essere funzionali. Lasciarli nel testo sarebbe come dare i cioccolatini al cane: soddisfa il nostro egoismo, ma fa male al cane, o se vogliamo usare un'altra metafora, è come fare la ruota...
è il luogo delle scelte; ricordiamoci cosa disse Roberto Cotroneo nel descrivere la stesura di Otranto: ha iniziato avendo in mente una direzione e, cammin facendo, ha trovato lidi differenti che l'hanno portato a fare alcune SCELTE. Nella fase di revisione le scelte sono definitive e possono comportare alcune rinunce dolorose ma che rinvigoriscono il testo. Insomma, come quando si fa il cambio stagionale degli armadi: non si vorrebbe buttare via nulla, ma quando ciò avviene, poco dopo non ricordiamo neanche più il capo che abbiamo scartato.Ed ecco che arriva anche Stephen King in nostro soccorso: "...Ma se siete principianti, lasciatemi insistere sull'opportunità di riscrivere la vostra storia almeno una volta: la prima con la porta chiusa e la seconda con la porta aperta. ...Può venire il momento in cui avete voglia di mostrare quello che avete fatto a un amico intimo, o perché siete orgogliosi di quello che state facendo o perché ne dubitate. Il mio consiglio è di resistere a questo impulso...Il mio consiglio è che vi prendiate un paio di giorni per andare a pescare o in canoa, o per comporre un puzzle, qualsiasi cosa, per poi mettervi a lavorare a qualcos'altro... Per quanto tempo lascerete riposare il vostro libro - un po' come lasciare lievitare la pasta per il pane – dipende esclusivamente da voi, ma io vi consiglio un minimo di sei settimane..". Il fattore chiave è quindi IL TEMPO. Lasciamo sedimentare il nostro libro, tutto solo.
Dopo giorni, settimane o mesi, a nostra discrezione, riprendiamolo, con DISTACCO EMOTIVO, come se non fosse stato scritto da noi, rileggiamolo e vediamo cosa c'è da tagliare e... CORREGGERE!
Eccolo qui, l'esercizio mooolto doloroso a cui aveva accennato Giuliana all'inizio: "Darsi una regolata". Trova l'errore, C'è qualche errore?, Come lo scriveresti? E via con una serie di frasi trabocchetto per vedere nel dettaglio gli spazi, gli apostrofi, gli accenti, le virgolette, le lineette, i trattini. Caspita! Che frustrazione! Ma niente paura! È tutto a posto: lo scoramento che proviamo è assolutamente utile e didattico, parola di Giuliana.Ricapitolando, cosa dobbiamo controllare?
  • Incipit
  • Sviluppo
  • Apice
  • Scioglimento
  • Finale

  • Personaggi e dialoghi (sono verosimili? Ben costruiti? Coerenti?)




  • La trama (è credibile? Verosimile? Ben congegnata? Si capiscono i cambiamenti di scena, di luogo?)




  • Unità di tempo e unità di luogo (le stagioni, i luoghi del globo, la luce del giorno, non facciamo parcheggiare l'auto dal protagonista sotto un portone per fargliela riprendere cento metri più avanti)




  • Il punto di vista (è sempre stato quello? Siamo stati coerenti con la scelta fatta all'inizio? Se è cambiato, il lettore lo capisce o no?)




  • Le questioni redazionali e grammaticali




  • Ripetizioni



  • Punteggiatura



  • Ridondanze



  • Tempi verbali



  • Avverbi e aggettivi



  • Espressioni trite e ritrite




  • Controllo ortografico



  • Trova e sostituisci (una funzione di word)



  • Doppi e tripli spazi



  • Linee/trattini



  • Scelte univoche (relative alle parole che possono essere scritte in due modi, es.: obiettivo/obbiettivo)



  • Eccoci arrivati alla fine di questa lezione. Non so voi, ma io tra tutti questi trattini, lineette, virgolette, puntini, ecc. mi sento come l'omino della Bialetti... Sabato prossimo atterreremo sul pianeta Script-ores, dove incontreremo un abitante. Chissà che tipo è...

    Daniela B.

    2 commenti:

    1. Molto ben scritto. Ottimo lavoro, Daniela. Grazie.

      RispondiElimina
    2. Grazie a te per il bel complimento e grazie anche al laboratorio che mi permette di esprimermi (peccato che sia il tempo che non mi permette tanto di farlo...).
      Daniela B.

      RispondiElimina